Il Ponte, aprile 2011 INDIVIDUO E PERSONA Vincenzo Accattatis Secondo Crawford Brough Macpherson, la difficoltà della teorizzazione liberaldemocratica ha le sue radici nell’individualismo possessivo, connotato economicamente (1), nell’individuo scisso, che è un proprietario il quale vuole sempre piú accrescere la propria ricchezza a spese degli altri individui - e i giudici (l’autorità pubblica) cercano con fatica di frenarlo, di mantenerlo nei limiti, nei confini. Individuo e persona, individuo e proprietà, persona e proprietà: nella teorizzazione di Hobbes, come in quella di Locke, Smith, Hume, Bentham, proprietà e libertà, proprietà e Stato sono strettamente collegati (2). C’è l’individuo con proprietà e quello senza proprietà; lo Stato è funzione del possesso; la libertà «è funzione del possesso» (3). Il sovrano e i giudici devono mantenere i proprietari nel pacifico godimento dei loro beni, devono favorire le industrie; i poveri devono lavorare per guadagnarsi da vivere e se non lo vogliono fare a bassi salari, vi devono essere costretti dalla legge (legge economica che diviene legge tout court), mentre oziosi e vagabondi non devono essere alimentati, ma puniti, perché la fame è incentivo al lavoro (4). E’ questo il contractual order concepito da Hobbes e da Locke (5), e quest’ultimo per il “trattamento” dei disoccupati propone l’obbligo del lavoro, le workhouses (6). È in questo contesto che si costituiscono la giustizia e lo Stato: il costituzionalismo di Locke si risolve nel diritto dei proprietari di espandere la propria ricchezza indefinitamente (7). La «disciplina» è valore di fondo: sorvegliare, disciplinare e punire, creare nei poveri «abitudini» virtuose: «nella mente di Locke non albergava l’idea» che i poveri sono persone (8). I poveri hanno the right of revolution? No, secondo lui. Nel mondo occidentale il concetto di persona è frammisto a quello di individuo, per la ragione ovvia che il concetto di individuo è centrale nel mercato, nello Stato industriale. Il concetto di persona si contrappone a quello di individuo, ma nello Stato liberaldemocratico, civilizzato, che ha vissuto le esperienze del fascismo, del nazismo e dello stalinismo - in sintesi, dello Stato totalitario -, la persona è valore assoluto e prevalente, lo deve essere. Però, per molti, in Europa oggi non lo è: there is no such thing as society, but only individuals (Margaret Thatcher). Only individuals? In che senso, è possibile (9)? Individui e società, individualismo possessivo. Io scritto con la maiuscola e stato scritto con la minuscola; in Francia, Germania, Italia però, Stato è scritto con la maiuscola; il fascismo l’ha scritta con l’ipermaiuscola. In Europa, e, piú in generale, nel mondo occidentale, le differenze culturali certamente esistono, sono evidenti: «lo stato non è la soluzione, è il problema» (Ronald Reagan). Lo Stato può divenire Stato fascista, nazista, stalinista, ma sono evidenti anche i difetti dell’io con la maiuscola: è, appunto, l’individualismo possessivo. «L’idea che un essere umano sia un valore di per sé è concetto legato a ogni grande religione» (10), e la Thatcher lo sa bene, è persona colta. Chi dice «anima umana eterna» dice persona. Perfetto. La Thatcher richiama la Carta dell’Onu, che parla di persona umana e di individui in modo frammisto, tuttavia non rimarca la contraddizione. Richiama anche l’art. 23 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, che corrisponde a norme presenti nella nostra Costituzione (11). Diritti umani, ma la Thatcher ha protetto Gustavo Pinochet per aver offerto alla Gran Bretagna vital assistance in occasione della guerra delle Falkland. I favori, dice la Thatcher, vanno ricambiati: if you have a reputation for exacting favours and non returning them, the favours dry up. Con le sue azioni, Pinochet turned Chile into the free and prosperous country (12). Diritti sociali, diritto al lavoro, implementation, Stato minimo o massimo, costituzioni on paper e on hearts (13). Sappiamo quale Costituzione è nel cuore della Thatcher: free-enterprise capitalism (14). Il valore della persona umana vive nelle Costituzioni e nei trattati internazionali, ma sempre frammisto al concetto di individuo, per cui è bene fare chiarezza: è quest’ultimo che deve fare spazio al concetto di persona, non il contrario. La civiltà muove precisamente in questo senso: lo Stato, il libero mercato, la competitività non devono sovrastare la persona, devono essere resi funzionali all’emancipazione e allo sviluppo delle persone. La Costituzione italiana è orientata proprio in questo senso (15). Anche la Costituzione francese della IV Repubblica lo era: all’indomani della vittoria riportata dagli uomini liberi sui regimi che hanno tentato di asservire e di degradare la persona umana, il popolo francese proclama di nuovo che ogni essere umano, senza distinzione di razza, di religione e di fede, possiede dei diritti sacri e inalienabili. Esso riafferma solennemente i diritti e le libertà dell’uomo e del cittadino consacrato nella Dichiarazione dei diritti del 1789 e i principi fondamentali riconosciuti dalle leggi della Repubblica.La Costituzione della V Repubblica ribadisce: Il popolo francese proclama solennemente il suo attaccamento ai Diritti dell’Uomo e ai principi della sovranità nazionale definiti dalla Dichiarazione del 1789, confermati e completati dal preambolo della Costituzione del 1946.Quindi, in punto di valore della persona umana, fra la IV e la V Repubblica non c’è dissenso. Un altro documento rilevante, la citata Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: tutti gli essere umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza (art. 1).Spirito di fratellanza e persona umana sono la stessa cosa. L’Unione europea «pone la persona al centro della sua azione» (preambolo della Carta dei diritti fondamentali). Siamo però in presenza di un dover essere e non di un essere, visto che i due trattati europei usciti dal Trattato di Lisbona, Tue e Tfue, prendono in considerazione soprattutto gli individui-imprenditori, gli individui-forza-lavoro, i fattori-di-produzione. L’economicismo è il cuore dei due trattati europei, ma con la Carta dei diritti fondamentali il contrasto è esploso: gli inglesi se ne sono accorti e hanno cercato di far arretrare tutti i paesi dell’Unione europea tramite esenzioni e norme interpretative introdotte nella Carta stessa. I due trattati europei vigenti sono trattati liberali, con un contrasto esploso: la Carta, che vari paesi europei cercano di espandere, mentre altri – Gran Bretagna in testa – cercano di riassorbirla. Il valore della persona umana non è valore liberale (laico), è un valore religioso, come la Thatcher ben intende. Valori liberali laici di schietta cultura inglese sono invece le «quattro libertà»: di circolazione dei capitali, delle merci, dei servizi, della forza-lavoro. Nei trattati europei il valore della persona umana resta marginale e bisogna, invece, farlo divenire centrale. «È compito della Repubblica» italiana e dell’Unione europea «rimuovere gli ostacoli»: è questo il traguardo. Qui si situa la battaglia di civiltà umanistica antitotalitaria: «le fondazioni della democrazia del ventesimo secolo non sono state ancora gettate» (E. H. Carr); «per un attimo abbiamo l’opportunità di segnare un’epoca – di inaugurare l’età dell’oro dell’umanità» (C. Streit, «Union Now»); «il riesame dei valori e lo sforzo eroico che avrebbero potuto salvare la democrazia dalla guerra se fossero intervenute al momento opportuno, stanno intervenendo e proseguiranno fra le rovine della guerra» (J. Maritain, Christianisme et démocratie, opera del 1943) (16). Democrazia, ma di quale tipo? Democrazia esportata con le armi in altri paesi, come in Iraq? Il valore della persona umana non ha nulla di metafisico, anche se è legato alla metafisica (Dio in tre persone, Padre, Figlio e Spirito santo). Si tratta solo di superare l’individualismo possessivo e di respingere ogni logica totalitaria e autoritaria (17). Diritti umani, diritti dell’uomo, ma intesi in senso veramente universale, non in senso ideologico-imperialista-colonialista, tragica tradizione della cultura occidentale, da abbandonare. Individui: cultura economicistica, utilitaristica (Locke, Smith, Hume, Bentham), tipica dello Stato industriale. Persone: tradizione comunitaria-religiosa-cristiana. Diritti umani in senso reale - diritti umani come ideologia. Tradizioni opposte: imperialismo e diritti dell’uomo, imperialismo e persone. Lo Stato non può, non deve, inglobare l’essere umano, stritolarlo, gasarlo, bruciarlo nei forni crematori; non può trattarlo come una bestia (ma si deve rispetto anche alle bestie – c’è una precisa normativa). Tutti gli uomini «figli di Dio»: è il concetto centrale, espresso dalla Dichiarazione di indipendenza americana. L’utilitarismo, l’economicismo devono fermarsi davanti al valore della persona, altrimenti si rischia di tornare alla logica dei forni crematori (18).
1) Cfr. C.B. Macpherson, “The political theory of possessive individualism”, Oxford University Press, Oxford, New York, 1985, p. 1. |